Conversione chirurgica tardiva dopo TEVAR

Conversione chirurgica tardiva dopo TEVAR

Melissano G.a, Tshomba Y.a, Mascia D.a, Baccellieri D.a, Kahlberg A.a, Bertoglio L.a, Nardelli P.a, Negri G.b, Chiesa R.a

Journal of Cardiovascular Surgery

INTRODUZIONE/OBIETTIVI

Lo scopo di questo articolo è quello di delineare le indicazioni, descrivere i metodi di trattamento e riportare i risultati per i pazienti sottoposti a conversione tardiva con trattamento chirurgico aperto (LOC) dopo trattamento endovascolare dell’aorta toracica (TEVAR).

METODI

Dal 1999 al 2015, 65 pazienti hanno subito procedure di conversione dopo TEVAR presso il nostro nosocomio. Trenta pazienti hanno subito LOC. Il tempo medio dal TEVAR al LOC è stato di 57 mesi (intervallo 2-98 mesi). L’indicazione al LOC era la progressione della malattia dell’aorta distale in nove pazienti (30%), infezione dell’endoprotesi /fistolizzazione in 10 (33,3%), dissezione retrograda in 6 (20%), endoleak in 3 (10%), migrazione/rottura del dispositivo in 2 (6,7%). Il bypass cardiaco sinistro e il drenaggio del liquido cerebrospinale sono stati utilizzati rispettivamente in 22 (73,3%) e 16 (53,3%). In 17 pazienti (56,6%) l’endoprotesi toracica è stata rimossa solo parzialmente e l’anastomosi prossimale è stata eseguita tra l’aorta nativa, l’endoprotesi ed il graft. La copertura della parete aortica malata con tessuto muscolare intercostale è stata utilizzata nel 6% dei casi.

RISULTATI

Il tasso di mortalità perioperatoria totale è stato del 16,6% (5 pazienti) – 20% nel sottogruppo di pazienti con infezione da endoprotesi/fistolizzazione (2 pazienti) e 33% nel sottogruppo con dissezione retrograda (2 pazienti). L’insufficienza respiratoria è stata la complicanza più comune con sette casi (23,3%). La paraplegia è stata osservata in 1 paziente (3,3%). Ad un follow-up medio di 19 mesi (intervallo, 5-63) c’era una morte aortica-correlata per fistola aorto-esofagea.

CONCLUSIONI

una conversione con trattamento chirurgico aperto dopo il TEVAR, lasciando in situ il segmento prossimale dell’endoprotesi toracica, risulta eseguibile nella maggior parte dei casi. Il rischio di mortalità e morbidità è elevato nei pazienti con protesi infetta, rotta o fistolizzata.