Accesso percutaneo dell'arteria ascellare (PAXA) a livello del primo segmento durante le procedure aortiche endovascolari fenestrate e ramificate
Bertoglio, L., Grandi, A., Melloni, A., Kahlberg, A., Melissano, G., Chiesa, R.,
European Journal of Vascular and Endovascular Surgery 2020
OBIETTIVO
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la fattibilità e la sicurezza dell’accesso percutaneo ascellare, dopo la puntura del primo segmento del vaso, con dispositivo di chiusura durante il trattamento endovascolare di aneurismi complessi con endoprotesi fenestrate e ramificate (F/BEVAR).
METODI
Lo studio PAXA (Percutaneous AXillary Access) è uno studio sia retrospettivo che prospettico, non randomizzato, avviato dal chirurgo, in un solo centro (clinicaltrials.gov: NCT03223311). L’obiettivo primario era il tasso di successo della chiusura, definito come l’assenza di qualsiasi lesione vascolare per ottenere l’emostasi nel sito di puntura, che richiede un trattamento diverso dalla compressione manuale o dal pallonamento endovascolare aggiuntivo. Gli obiettivi secondari erano le complicanze di accesso minori, il tasso di complicanze cerebrovascolari, la pervietà del vaso di accesso a breve termine e la valutazione anatomica dell’arteria ascellare della coorte di studio.
RISULTATI
Sessantaquattro pazienti hanno richiesto un accesso all’estremità superiore durante la procedura F/BEVAR durante il periodo di studio (da novembre 2016 a luglio 2019) e sono stati selezionati per lo studio PAXA: 59 pazienti (47 maschi; età mediana: 75 anni, IQR 69-78) hanno soddisfatto i criteri di inclusione dello studio e sono stati arruolati (un paziente aveva un accesso bilaterale). Il successo della chiusura è stato ottenuto in 54 casi (90%) senza alcuna conversione aperta: cinque pazienti hanno ricevuto uno stenting scoperto o coperto dell’AXA e in un paziente è stato registrato un fallimento meccanico del sistema di rilascio. Non sono state registrate lesioni permanenti dei nervi periferici a 30 giorni e sono stati registrati due ictus ischemici non ipsilaterali (3,4%). Sette pazienti (12%) hanno avuto ematomi di accesso gestiti in modo conservativo associati al fallimento della chiusura (p = .002), alla terapia con anticoagulanti orali (p = .005) e alla lunghezza della procedura (p = .028). Al follow-up a breve termine (6 mesi), non sono state osservate complicazioni tardive e tutti i vasi d’accesso erano pervi.
CONCLUSIONI
PAXA sul primo segmento utilizzando un introduttore di grande diametro (10-16F) è risultato tecnicamente fattibile, relativamente sicuro senza necessità di conversione aperta, ma può richiedere procedure endovascolari secondarie legate all’accesso. Sono necessari ulteriori studi prospettici per modificare le istruzioni per l’uso del dispositivo e per mettere la procedura in etichetta.
10.1016/j.ejvs.2020.01.027