Attività dell'enzima di conversione dell'angiotensina nel tessuto di una placca restenotica intra-stent diffusa
Ribichini, F., Pugno, F., Ferrero, V., Bussolati, G., Melissano, G., Chiesa, R., Di Mario, C., Colombo, A.
Circulation 2000
Vi presentiamo le immagini a 6 mesi anatomiche, istologiche ed immunoistochimiche (IHC) di un tipo di restenosi intrastent diffusa e aggressiva dell’arteria poplitea di un paziente omozigote per l’allele D (delezione) del gene ACE. E’ stata recentemente pubblicata una descrizione dettagliata delle alterazioni istologiche della parete arteriosa nel tempo dopo lo stenting coronarico. Questi risultati hanno confermato che la “neointima” rilevata alle indagini ultrasonografiche 1 mese dopo l’impianto è composta principalmente da cellule muscolari lisce (SMC) e da una matrice ricca di proteoglicani. Nelle prime settimane dopo lo stenting, i componenti metallici si associano a fenomeni cellulari infiammatori, formazione locale di trombi e cellule fusiformi “indifferenziate” alpha-actina negative. In un momento successivo, cellule giganti multinucleate e cellule fusiformi alpha-actina-positive sono state ritrovate in una lesione fibrocellulare più differenziata. L’ACE aumenta fino a 100 volte durante la trasformazione dei monociti in macrofagi e la maggior parte delle SMC indifferenziate (cellule alpha-actina negative) si colorano per l’ACE. Tuttavia, l’attività dell’ACE si pensa che sia limitata solo ai primi 2 mesi del processo riparativo che segue il trauma post-dilatazione. I nostri campioni riproducono i reperti istologici riportati in 2 studi precedenti, ma a differenza dei risultati di Ohishi et al ottenuti da campioni di restenosi post dilatazione, la colorazione IHC per ACE è stata osservata anche 6 mesi dopo l’impianto dello stent. Infatti, le cellule fusiformi sono state riscontrate nella parte più esterna della placca restenotica colorata per ACE nel nostro campione. I dati presentati suggeriscono che la transizione dal processo infiammatorio indotto dallo stent, ricco di cellule ACE-positive, ad una lesione fibrocellulare composta da SMC differenziate non è una sequenza fissa nel tempo. Piuttosto, potrebbe essere un processo dinamico, in evoluzione da zone periferiche a zone centrali e potrebbe determinare infine l’occlusione progressiva del lume in pazienti con attività dell’ACE aumentata. Ciò è coerente con gli studi clinici che sostengono un ruolo dell’ACE nella restenosi degli stent coronarici.
10.1161/01.cir.101.2.e33