Trattamento endovascolare delle fistole aortoesofagee e aortobronchiali
Chiesa, R., Melissano, G., Marone, E.M., Kahlberg, A., Marrocco-Trischitta, M.M., Tshomba, Y.
Journal of Vascular Surgery 2010
INTRODUZIONE/OBIETTIVI
Anche se prontamente riconosciute e trattate, le fistole aortoesofagee (AEF) e aortobronchiali (ABF) sono condizioni altamente letali. Anche la riparazione chirurgica open comporta un alto rischio di mortalità e morbilità. In letteratura sono state recentemente riportate diverse strategie alternative, tra cui la riparazione dell’aorta toracica endovascolare (TEVAR). Tuttavia, si sa relativamente poco sui risultati del TEVAR nel trattamento di AEF e ABF a causa della loro rarità e della mancanza di grandi studi.
MATERIALI E METODI
È stato condotto un sondaggio nazionale volontario tra le università e i centri ospedalieri italiani con un programma endovascolare. I questionari sono stati distribuiti via e-mail ai centri partecipanti e miravano a valutare i risultati della riparazione endovascolare di AEF o ABF accertati.
RISULTATI
Diciassette centri hanno accettato di partecipare e hanno fornito dati sui loro pazienti. Tra il 1998 e il 2008, un totale di 1138 pazienti sono stati trattati con TEVAR. In 25 pazienti (2,2%), l’indicazione al trattamento era una AEF e/o un ABF. In 10 di questi casi (40%), è stata eseguita anche una procedura chirurgica open associata. Il tasso di mortalità a trenta giorni della riparazione endovascolare AEF/ABF è stato del 28% (7 casi). Non sono stati osservati casi di paraplegia o ictus. Il follow-up medio è stato di 22,6 mesi (range, 1-62). La sopravvivenza attuariale a 2 anni è stata del 55%. Tra i 18 sopravvissuti iniziali, cinque pazienti (28%) sono stati sottoposti a reintervento a causa del fallimento tardivo del TEVAR.
CONCLUSIONI
L’innesto di stentgraft per AEF e ABF rappresenta un’opzione valida in situazioni di emergenza e urgenza. Tuttavia, è necessaria un’ulteriore riparazione esofagea o bronchiale nella maggior parte dei casi. Nonostante i tentativi meno invasivi, la mortalità associata a queste condizioni rimane molto alta.
10.1016/j.jvs.2009.10.130